La Corte di Cassazione e la funzione nomofilattica! Nonostante provvedimenti a Sezioni Unite ci sono provvedimenti di merito difformi.
1. Prefazione Con il termine nomofilachia come si legge dal vocabolario Treccani, è inteso come variante di nomofilacìa, più vicina alla forma greca, con cui nell’uso in termini giuridici s’intende: “la garanzia dell’uniforme interpretazione della legge e dell’unità del diritto oggettivo nazionale”; è in particolare è il termine con cui viene indicata la funzione attribuita dalla legge alla Corte di Cassazione.
Dal sito della Suprema Corte di Cassazione si legge che: “in Italia la Corte Suprema di Cassazione è al vertice della giurisdizione ordinaria; e tra le principali funzioni che le sono attribuite dalla legge fondamentale sull'ordinamento giudiziario del 30 gennaio 1941 n. 12 (art. 65) vi è quella di assicurare: "l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni". Una delle caratteristiche fondamentali della sua missione, essenzialmente nomofilattica ed unificatrice, finalizzata ad assicurare la certezza nell'interpretazione della legge (oltre ad emettere sentenze di terzo grado). Ed ancora continua dicendo che “quando la Corte rileva uno dei vizi di legge, ha il potere-dovere non soltanto di cassare la decisione del giudice del grado inferiore, ma anche di enunciare il principio di diritto che il provvedimento impugnato dovrà osservare: principio a cui il giudice del rinvio non potrà fare a meno di conformarsi quando procederà al riesame dei fatti relativi alla causa”. I principi stabiliti dalla Corte di Cassazione non sono, invece, vincolanti per i giudici, in generale, quando questi devono decidere cause diverse, rispetto alle quali la decisione della Corte Suprema può comunque considerarsi un "precedente" influente. Ma si legge ancora sempre dal sito della Suprema corte che: “in realtà, i giudici delle giurisdizioni inferiori si conformano alle decisioni della Corte di Cassazione nella maggioranza dei casi”. Mentre, quando la Corte deve fornire un’interpretazione uniforme del diritto in un caso di contrasto tra l’orientamento delle singole sezioni della Corte, essa decide a Sezioni Unite. L’interpretazione del diritto che emerge da una pronuncia a Sezioni Unite della Corte di Cassazione acquista una particolare autorevolezza, tanto che le sezioni singole della Corte non possono discostarsene senza preventiva autorizzazione delle Sezioni Unite. Pernato, se la stessa Corte Suprema intende discostarsene deve chiedere una preventiva autorizzazione, invece le corti di merito no, quando non sono coinvolte in quel specifico procedimento. Infatti, per porre rimedio alla funzione nomofilattica della Cassazione e per evitare tra sezioni interpretazioni diverse rispetto a quella a S.U., con il D.lgs. 2 febbraio 2006 n. 40, il legislatore ha inteso sostanzialmente dare maggiore peso alle pronunce delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, impedendo alle sezioni semplici di discostarsi da esse, se non rimettendo motivatamente la questione problematica ad una nuova pronuncia delle Sezioni Unite, come disciplinata dall' art. 374 del c.p.c .. Ebbene, la discordanza che a volte si riscontra con le corti di merito, non adeguandosi all’interpretazione nomofilattica a Sezioni Unite della Suprema Corte, non fa altro che produrre nuovo contenzioso, e che una volta giunto in Cassazione sarà deciso il provvedimento cassandolo ed uniformandosi al principio di diritto stabilito dalle S.U. della Suprema Corte. 3. Il caso della notifica di cui dell’art. 8 della legge 20 novembre 1982 n. 890. Il contrasto, che a volte si riscontra, dagli arresti interpretativi della Corte di Cassazione a S.U. e Corti di merito, attiene alle notifiche eseguite dall’Agenzia delle Entrate e della Riscossione con modalità postale di cui all’art. 8 della legge 20 novembre 1982 n. 890 in cui è previsto che: al comma 1. “Se le persone abilitate a ricevere il piego in luogo del destinatario rifiutano di riceverlo, ovvero se l'operatore postale non può recapitarlo per temporanea assenza del destinatario o per mancanza, inidoneità o assenza delle persone sopra menzionate, il piego è depositato entro due giorni lavorativi dal giorno del tentativo di notifica presso il punto di deposito più vicino al destinatario.
“Del tentativo di notifica del piego e del suo deposito è data notizia al destinatario, a cura dell'operatore postale, mediante avviso in busta chiusa a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento che, in caso di assenza del destinatario, deve essere affisso alla porta d'ingresso oppure immesso nella cassetta della corrispondenza dell'abitazione, dell'ufficio o dell'azienda. L'avviso deve contenere l'indicazione del soggetto che ha richiesto la notifica e del suo eventuale difensore, dell'ufficiale giudiziario al quale la notifica è stata richiesta e del numero di registro cronologico corrispondente, della data di deposito e dell'indirizzo del punto di deposito, nonché l'espresso invito al destinatario a provvedere al ricevimento del piego a lui destinato mediante ritiro dello stesso entro il termine massimo di sei mesi, con l'avvertimento che la notificazione si ha comunque per eseguita trascorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata di cui al periodo precedente e che, decorso inutilmente anche il predetto termine di sei mesi, l'atto sarà restituito al mittente”.